Non giudicare

Non giudicare
(Foto di Pathdoc/Shutterstock.com)

Un suggerimento per chi vuole aiutare un tossicodipendente: non giudicare.

Quando qualcuno scivola gradatamente nella dipendenza sperimenta enormi quantità di giudizi da ogni aspetto della vita, man mano che il suo deterioramento progredisce. Questo giudizio ha molte forme. Mentre ha un senso dal punto di vista della persona che giudica, ha un impatto veramente brutale sul mondo del tossicodipendente e mentre il mondo del tossicodipendente implode, le sentenze accatastate su di lui potrebbero suonare così:

Mi hai tradito perché non hai smesso con l’eroina (o la cocaina, ecc.)”.

Sei stato fuori a bere tutta la notte e mi avevi promesso che avresti smesso… Sei un fallito!”.

Sei un padre disgustoso. Ti sei perso la festa di compleanno di tuo figlio”.

Come hai potuto venire ubriaco fradicio alla cena della vigilia di Natale? Ti odio!

Sei stato licenziato da un altro lavoro? Cercherò di non farti vedere mai più i tuoi figli.

Dovrebbero portarti via i figli perché hai usato droghe mentre eri incinta”.

Dovremmo lasciarti morire. In fondo è quello che vuoi”.

Questi commenti girano nella vita reale e nel mondo online.

Ogni singolo giudizio è un colpo di martello su di una persona che è già sopraffatta da fallimenti, perdite e voglie ossessive a cui non può resistere. Quando cerca di ottenere la sobrietà e inizia l’astinenza, non può pensare a nient’altro che prendere più droga per impedirne i sintomi.

Ogni volta che si ripromette di smettere e poi non ci riesce, scava la sua fossa un po’ più profonda. Ma la sua famiglia, il suo coniuge o il suo datore di lavoro non vede la sua disperazione o il desiderio profondo nel suo cuore di fuggire dal dolore e dalla necessità di droghe o alcol. Vedono solo la persona che li ha traditi trasformato in qualcuno che non sanno riconoscere.

Nessuno si giudica più duramente del tossicodipendente stesso.

Ecco la chiave dell’intero problema: il tossicodipendente è sepolto nella colpa che lui stesso genera. Conosce il danno che crea. Conosce le persone che ha ferito. Sa con quanto male ha danneggiato la propria vita. Lui sa e si incolpa.

Giudicare vuol dire accusare e accusare un tale individuo che già è sopraffatto, probabilmente lo fa a pezzi. Lui cerca rapidamente di spostare la colpa su qualcun altro: il suo capo, i suoi insegnanti, i colleghi, i suoi genitori, chiunque. Ma è solo un ultimo sforzo pietoso per non essere ancora sopraffatto dalla colpa.

Se vuoi aiutare qualcuno che è profondamente immerso nella dipendenza, dovrai farlo senza giudicare. Dovrai raggiungerlo con l’aiuto disinteressato e risparmiarti le critiche per un altro giorno.

Anche questa non è una garanzia che la persona bisognosa d’aiuto accetterà la tua offerta. Ma infierire su di lei con più colpa e ancora più colpa è un modo sicuro per tenerla sepolta sotto quel peso che sta portando.

È difficile ignorare la colpa quando quella persona è così chiaramente in colpa. Ma una volta che si è rimesso in piedi e ha imparato le abilità necessarie per costruire una vita produttiva e positiva, è il momento in cui si può assumere la responsabilità per il danno creato e iniziare a riparare quelle relazioni, una persona o un gruppo alla volta.

Sapere che qualcuno aiuterà senza giudicare rende molto più facile prendere la decisione iniziale per raggiungere l’aiuto che farà superare questo problema.

Gli operatori dei centri Narconon sono specializzati in questo ed accompagneranno, con pazienza e premura, la persona con problemi di droga o alcol finché non li avrà superati e sarà pronto per una vita nuova dove, al posto delle menzogne e del disprezzo, ci sarà rispetto e amore.

AUTORE

Ugo Ferrando

Nel 1974 ha introdotto i metodi di miglioramento sociale di L. Ron Hubbard in Italia e da oltre un quarto di secolo è il portavoce del Narconon Sud Europa.

NARCONON ALFIERE

PREVENZIONE ALLA DROGA E RECUPERO DALLA TOSSICODIPENDENZA