Segnali di vita

Il risveglio al Narconon Alfiere è diverso da ogni altro. Non è solo aprire gli occhi al mattino, ma iniziare a vedere davvero. Vedere chi sei, dove sei arrivato e soprattutto dove puoi andare. È sentire il silenzio intorno e riconoscerlo come pace, non come vuoto. È respirare e accorgersi che l’aria ha un profumo nuovo: quello della possibilità. Qui ogni giorno comincia con uno scopo.
“Sono 2 settimane che mi trovo qui al Narconon Alfiere. Ci sono finito per caso (anche se si dice che il caso non esiste) e sto credendo sempre di più nel programma.
Non mi sento arrivato in qualcosa, ma piuttosto consapevole di aver iniziato qualcosa. Non una nuova scoperta di me, ma più che altro un ritrovamento.
Mi sembra che il mondo stia cominciando a riprendere colore, l’aria a riprendere profumo, io ad ascoltare i segnali della vita.
Oggi ho detto ad Antonio che ho paura; paura di ritrovarmi solo, paura di perdere quell’unicità che in realtà mi stava omologando. Ma in questo momento mi sento fiducioso di poter tornare quel bambino che sognava e immaginava a occhi aperti, capace di sorprendersi per poco.
Non mi sento pronto a dire che ho avuto un successo, anche se mi è stato detto più volte di non trascurare i piccoli traguardi.
Posso però essere orgoglioso di una cosa: quando sono arrivato qui avevo perso ogni speranza. Pensavo di ammazzarmi e volevo solo scappare da tutto e da tutti, soprattutto da me stesso, ma ora voglio essere una persona migliore. Vedo un futuro e mi è tornata quell’irrequieta voglia di andarlo a prendere.
Mi è tornata la voglia di vivere! E questo, sì, lo definirei il mio successo.”
Giovanni, Ospite Narconon Alfiere