Amica cocaina

Uomo sobrio
(Foto di Matej Kastelic/Shutterstock.com)
 

L’aggettivo che più si addice alla cocaina è “subdola”, infatti per anni si nasconde dietro ad atteggiamenti di aiuto, di consolazione e di potenza fino a farsi considerare un’amica preziosa e indispensabile del tossicodipendente, l’unica che lo può davvero capire. Prende la forma di un’amante comprensiva, tollerante e forte, ma in realtà è un vile vampiro assetato di vita: la vita di chi la consuma.

“Premetto che dal mio punto di vista il percorso delle saune è il più duro perché essendo abituato a stare perennemente in un luogo freddo (lavoro carni in un ambiente refrigerato) sopporto molto meglio il freddo del caldo, che odio, ma vedendo i fantastici risultati che questo percorso dona al corpo e alla mente sto cercando di farlo nel miglior modo possibile.

Il mio successo più grande è il fatto di essermi accorto del male che stavo facendo in primis a me stesso e alle persone che mi stanno intorno, quelle a me più care: familiari e amici buoni. Mi sono realmente accorto del clima di isolamento che ormai da tempo mi ero creato intorno.

Di ciò non davo assolutamente colpa alla cocaina, anzi credevo fosse l’unica amica che mi sosteneva e mi aiutava ad affrontare le giornate più buie e che mi facesse stare ancora meglio nelle giornate di sole.

Credevo di essere così: un lupo solitario in cerca di una felicità impossibile e irraggiungibile in quelle condizioni. Andavo a spasso con la mia amica coca, lei mi capiva e mi faceva sentire vivo, era l’unica che mi faceva provare emozioni forti.

Ora mi rendo conto che quella era tutta illusione, che in realtà mi stava togliendo tutto ciò che avevo e se avessi continuato mi avrebbe, prima o poi, tolto pure la vita.

Durante il programma di disintossicazione per una nuova vita mi sono accorto che non sono come credevo di essere. Ho di nuovo voglia di stare con gli altri e di socializzare, di conoscere e di imparare. Riesco di nuovo a percorrere impulsi positivi nel mio corpo e nella mia mente, cosa che non mi succedeva da quando sono caduto in quel labirinto o spirale chiamato cocaina.

Mi sento più sicuro di me stesso e mi rendo conto anche di essere più buono e intelligente; non sono quel delinquente che credevo di essere diventato. Ascolto di più le persone che mi vogliono aiutare e so riconoscere quelle da evitare.

Sono orgoglioso di me stesso e sono solo all’inizio del programma Narconon.

Daniele, Ospite Narconon Alfiere


AUTORE

Ugo Ferrando

Nel 1974 ha introdotto i metodi di miglioramento sociale di L. Ron Hubbard in Italia e da oltre un quarto di secolo è il portavoce del Narconon Sud Europa.

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